Mi fermo un attimo con il racconto e dedico questo articolo a F.
Io non so come ci si possa sentire dall’altra parte, ma provo ad immaginarlo. E voglio chiedere scusa. Scusa per non avere detto nulla di tutte le mie “voci”, i miei tormenti insomma la mia malattia.
A volte mi sentivo ignorante davanti a lui, perché io passavo tutto il giorno o quasi dedicandolo ai calcoli, allo sport, ai pensieri malati, e non avevo molti argomenti. Si, se fossi in lui direi un bel “vaffanculo”.
Ma io l’ho fatto unicamente per amore, perché l’ho amavo talmente tanto da volerlo proteggerlo da quella parte di me.
Non so se lui lo capirà mai. Ma io questo ero tenuta a scriverlo.
