Sempre più in alto

Migliaia di persone stanche, stressate e fin troppo “civilizzate”, stanno cominciando a capire che andare in montagna è tornare a casa e che la natura incontaminata non è un lusso ma una necessità.
(John Muir)

Il 18 Dicembre toccò la visita alla clinica in Valle d’Aosta. Ve lo giuro un posto mozzafiato. Ma io e la montagna siamo come il sale e lo zucchero. Nel senso che io avevo i tacchi! E c’era il ghiaccio! Oh mamma, ci vorrebbe una vocina che mi consigli quello che devo mettermi. Sapete mio padre non è un amante della montagna quindi io la montagna l’ho vista solo in cartolina. La visita andò bene a parte il fatto che quando andrò lì, avrò internet limitato a poche ore alla settimana. Un po’ come se fosse una specie di ritiro spirituale. Mi piace l’idea. Ho bisogno di staccare da tutto. Per questo sto cercando di darvi il più possibile finché riesco. Adesso sono in una clinica di mezzo, che fa da ponte per questo grande ritiro spirituale.

Tuttavia quando tornai all’ospedale quel giorno ero frastornata. Capii che non ero pronta per uscire fuori. Il mondo non era ancora pronto ad accogliermi. Oppure ero io che non ero pronta ad accogliere il mondo.

D. mi regalò un orso gigante. Lo abbiamo chiamato Venerdì perché lei veniva a trovarmi tutti i venerdì!

Ragazzi fremo, ho bisogno di questa clinica. Ho bisogno di togliere tutto. E ripulirmi dalle ultime cose. Diamogli un nome a queste cose. ANSIA, PAURA DI NON ESSERE ALL’ALTEZZA, DISDEGNO PER IL PROPRIO CORPO.

Posso farcela, anzi ce la farò! Buona fortuna a me 😉

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